Abbiamo vissuto giorni di Grazia, di ricerca e di fraternità nei quali celebrare la Parola e la vita della nostra Famiglia ci ha fatto riscoprire madri, sorelle, apostole, parte dell’umanità palpitante del popolo di Dio.
Abbiamo chiesto al Signore il suo sguardo e il suo cuore per leggere e discernere le luci e le ombre di questo nostro tempo: tempo della prova… tempo della Grazia… tempo di Dio.
L’immagine simbolo del Capitolo ci ha accompagnate a confermarci nell'esperienza di amore, di grazia e di misericordia che ha segnato profondamente la vita di madre Elisabetta e che appartiene anche a ciascuna di noi.
Abbiamo contemplato la comunione d’amore della Trinità che si fa carità in chi si lascia da essa abitare.
Le braccia di Elisabetta che toccano, proteggono, sollevano, ci parlano ancora della tenerezza del cuore di Dio, del suo desiderio di raggiungere e risollevare le sue creature là dove si trovano.
Lo sguardo di Elisabetta ci incoraggia, ci trasmette la fiducia che Dio ha per ciascuno di noi, la fiducia che Dio continua ad avere nella nostra storia.
Una storia in cui il nostro vivere fraterno è profezia di comunione quando riconosce la ricchezza delle differenze e ricompone le diversità culturali e generazionali nel dialogo e nella benevolenza.
Una storia in cui siamo chiamate a essere donne di speranza, a condividere con i fratelli e le sorelle la ricerca di vie che aprono al “domani di Dio”.
Come Famiglia, riconosciamo la povertà che nell'oggi stiamo vivendo, benediciamo il Padre che si rivela ai piccoli e ai poveri e acconsentiamo a ciò che stiamo diventando, consapevoli che la volontà di Dio è in divenire e lo Spirito saprà sorprenderci.
Anche quando ci troveremo “in discesa” e saremo tentate di scoraggiarci, non temiamo, ma liete rinnoviamo il desiderio di andare al cuore della nostra vocazione: qui troveremo l’amore unico e gratuito del Signore, le sorelle con le quali testimoniarlo, i poveri nei quali servirlo.